Ridere è contagioso,
ed è la migliore medicina
Patch Adams
ed è la migliore medicina
Patch Adams
Robin Williams, un fratello maggiore che è entrato
in seminario ma un anno prima di diventare prete se
ne è scappato. Questa è l'immagine che ho di Robin
da sempre. Un fratello maggiore pieno di entusiasmo
e di saggezza indotta da qualche cosa di
soprannaturale. Perché Robin aveva una luce dentro
che veniva da qualche posto non conosciuto.
E con questa luce ha illuminato molte interpretazioni
(forse le più popolari degli ultimi vent'anni). Non
solo un grande attore, ma quasi un taumaturgo,
pensiamo a L'Attimo fuggente, Patch Adams,
L'Uomo Bicentenario, passando a Will Hunting.
Ha attraversato generazioni di uomini e donne illuminando
certi posti bui dell'anima, e da qui il suo successo planetario
di indiscusso uomo e attore dalla parte dell'umano che più
umano non si può. Cinquantasei film in carriera di cui almeno cinque indimenticabili, un Oscar come miglior attore e milioni di persone che si sono commosse con le sue interpretazioni, ne fanno più di un'attore di Hollywood ma un'icona del sentire comune e del "cogliere l'attimo". Uno che è arrivato dalla gavetta, uno che ha fatto i night club e i cabaret per anni. Prima di approdare alla tv che lo ha lanciato, chi non ricorda Mork e Mindy. Insomma uno di noi e per noi. Cercare di interpretare la sua morte prematura è tentativo vano, perché, si sà, persone come lui che sono salite così in alto nell'olimpo delle stars mondiali sono esposte a energie, pressioni e tentazioni che a noi non è dato sapere. In antichità i Greci paragonavano gli attori ai medici ed addirittura che fossero dei santi, di sicuro il più vicino a questa definizione e Robin. Robin Williams è morto, viva Robin Williams.
L'attore, 63 anni, è stato trovato morto suicida nella sua casa di Tiburon in California, nella baia di San Francisco. Soffriva da tempo di depressione e alcolismo.